“se compri le mie gomme vengo a ritirarti i pfu”
La frase sopra riportata esprime appieno quella che potremmo definire una strategia commerciale, messa in atto da alcuni produttori/importatori, con la quale, in modo scorretto offrono la gestione dei PFU in via preferenziale ad i propri clienti.
La gestione dei pneumatici a fine vita è un servizio che pagano i consumatori, versando in fase di acquisto del pneumatico il cosiddetto ‘contributo ambientale’. La regolamentazione in materia viene dettata dal Ministero dell’ambiente e l’attività dovrebbe svolta nell’interesse della cittadinanza, ma lo stesso Ministero si è accorto però che alcuni produttori/importatori si comportano in modo scorretto, offrendo la gestione dei PFU, in via preferenziale, ai propri clienti e trasformandola quindi in una vera e propria strategia di marketing.
Prontamente il Ministero dell’ambiente ha comunicato il suo sdegno, scrivendo agli enti interessati nell’attività di raccolta e gestione dei PFU, in maniera molto chiara e severa, che chi si comporta in questo modo “elude la disciplina prevista nei decreti direttoriali di approvazione degli statuti consortili”.
Nella nota del Ministero, infatti, si legge che, dalla verifica dei siti web degli operatori del settore “è stato rilevato che alcuni produttori/importatori informano i potenziali clienti circa la possibilità di garantire il ritiro degli PFU da uno specifico consorzio laddove acquistino pneumatici che essi stessi commercializzano”. “Al riguardo, si evidenzia che l’attività di ritiro degli PFU dai punti di generazione è del tutto svincolata dalle strategie commerciali messe in atto dai punti di generazione stessi (gommisti) e che i consorzi autorizzati non possono decidere il ritiro degli PFU sulla base degli acquisti effettuati da chi chiede il ritiro (gommista); in altre parole, le strategie commerciali degli operatori del settore non possono interferire con l’attività di raccolta degli PFU”
La legge (DM 82/2011) del resto è da sempre molto chiara: i produttori/importatori devono raccogliere ogni anno quantità di PFU almeno pari a quelle immesse nel mercato, ma si parla di PFU di qualsiasi marca e tipo. Sempre nel Decreto, nell’allegato D, si ribadisce che “il prelievo deve essere effettuato presso ogni punto di generazione nel mercato del ricambio” e non solo in quelli prescelti perché clienti del produttore/importatore che il consorzio rappresenta.
Il Ministero conclude perentorio: visto che la raccolta dei PFU è di pubblico interesse e viene finanziata dalla collettività, i produttori/importatori e i loro consorzi “non devono gestire le richieste di ritiro degli PFU privilegiando in via prioritaria i propri clienti tra i gommisti”.