UN LUNGO CAMMINO 

Dopo aver chiarito cosa definisce un pneumatico usato un rifiuto è bene capire anche se questo può divenire una risorsa essenziale. Ed in effetti le oltre trecentocinquantamila tonnellate di pneumatici arrivati a fine vita e staccati ogni anno dalle nostre autovetture, dai veicoli a due ruote, camion, autocarri, e dai grandi mezzi industriali e agricoli di strada ne faranno ancora. Letteralmente.

Arrivano infatti ad oltre cento chilometri le corsie stradali attualmente realizzate nel nostro Paese grazie al polverino di gomma, una sostanza granulare che si ottiene dal processo di riciclaggio degli pneumatici, che con l’ingresso presso l’impianto di frantumazione si sviluppa nel seguente modo:

  • Prima frantumazione: si ottengono frazioni dette ciabatte di circa 40 cm

 

  • Seconda frantumazione: i frammenti di PFU vengono ridotti in parti sempre più piccole

 

  • Protocolli per la pulizia e la purezza del polverino di PFU

 

  • Prodotto finito, polverino di gomma pulito al 100% da tutti i residui tessili e metallici

 

  • Aggiunta di gomma da PFU al bitume, in modo da poter ottenere asfalti modificati dalle eccezionali prestazioni

 

Il risultato dell’impiego di polvere di PFU, oltre che per la realizzazione di autostrade si traduce nella creazione di un campo da calcio dalle performance elevate, sicuro e sostenibile, della guaina in gomma da PFU utilizzata come isolante acustico e anti vibrante nell’edilizia domestica e industriale ed anche nella costruzione di piste di atletica.  Gli asfalti modificati infatti hanno una durata fino a tre volte maggiore rispetto a quella di un asfalto tradizionale, con conseguente sensibile contenimento degli interventi e dei costi di manutenzione. Oltre ad una sensibile riduzione della rumorosità: diminuiscono fino a sette decibel il fastidioso rumore da rotolamento degli pneumatici. Una valida alternativa quindi all’utilizzo delle barriere acustiche su strade ad alta percorrenza.

E non è finita qui: gli asfalti modificati offrono un ottimo drenaggio in caso di pioggia, con forte miglioramento della visibilità e un’eccellente risposta in caso di frenata improvvisa. Il tutto con l’impiego di una risorsa derivante dal riciclo e quindi di forte valenza ambientale. Infatti, dai PFU si ricava anche combustibile con potere calorifico equivalente al carbone: la presenza di gomma naturale e di fibre derivate da cellulosa consente di ridurre considerevolmente la quantità di CO2 emessa e i fumi di combustione hanno un basso contenuto di metalli pesanti e di zolfo: l’acciaio e i metalli che formano lo scheletro del copertone vengono recuperati durante la frantumazione dello pneumatico e riutilizzati in acciaierie. La gomma residua, poi, è reimpiegata nel processo di vulcanizzazione per produrre nuovi pneumatici.

Il sistema per il riciclaggio di pneumatici fuori uso si fonda su un contributo ambientale che ogni guidatore versa all’acquisto di un pneumatico nuovo che finanzia esclusivamente le operazioni di raccolta e recupero dei PFU. Oggi tale direttiva

garantisce il buon esisto del recupero e del riciclo virtuoso, contrastando gli accatastamenti in discariche o altri depositi abusivi. Infatti Ecopnues, fondata dai principali produttori e importatori di pneumatici ha raccolto, dal 2011, oltre settecentomila tonnellate di PFU, grazie a stazioni di servizio, autofficine ed oltre trentacinquemila gommisti, coinvolgente numerose aziende di frantumazione.